Si tratta di un romanzo storico sull'antica Roma, che si svolge in un arco di tempo limitato, cioè dall'assassinio di Gaio Giulio Cesare fino al momento della conquista del potere assoluto da parte del nipote Gaio Giulio Cesare Ottaviano, poi divenuto Augusto, primo imperatore di Roma. Il romanzo è fortemente critico nei confronti dei sistemi da lui adottati per raggiungere il potere assoluto. In questo caso il protagonista vuole rappresentare una certa categoria di persone che vengono normalmente considerate "grandi uomini" ma che in realtà, evidenziando una totale mancanza di scrupoli e seguendo esclusivamente le loro ambizioni e il proprio interesse personale, sono, secondo l'autore, dei grandi criminali, di cui l'umanità potrebbe benissimo fare a meno. Questa è la tesi sostenuta dal romanzo. Tutti i personaggi di cui si parla sono reali e i fatti narrati sono realmente accaduti, così come trasmessici dagli storici dell'epoca. L'unico personaggio totalmente inventato è quello di Liborio, poiché ha una sua funzione ben precisa all'interno del romanzo. Naturalmente esistono, a suffragio della verità storica, tutta una serie di appendici al romanzo sulle fonti, che ritengo siano indispensabili per meglio poter seguire lo svolgimento dei fatti e che sono state poste in fondo al romanzo di cui dovranno fare parte integrante.