Nel 1688 Giuseppe Pignata, segretario al servizio dei cardinali della corte romana, viene condannato per eresia dall'Inquisizione. Un'ingiustizia contro la quale, dopo un'iniziale resa, decide di ribellarsi. Dopo ventidue lunghi mesi di solitudine, sofferenza e sapienti piani, Pignata riesce ingegnosamente a darsi alla fuga. La cronaca della sua prigionia, delle strategie messe in atto per evadere e delle traversie successive, viene dettata dallo stesso protagonista una volta tornato in libertà.