Un dialogo fortemente necessario, ma mai esistito, quello tra Marisa Pieri e suo babbo Angelo, sopravvissuto alla strage di Sant'Anna di Stazzema (560 civili uccisi il 12 agosto 1944). Eppure, cosa avrebbero potuto raccontarsi padre e figlia a così tanti anni di distanza da quel tragico giorno? Questo libro ricostruisce questa parte mancante alla luce di un ritrovamento improvviso, avvenuto dopo la morte di Angelo: Marisa Pieri ha scoperto il diario di suo padre, che ha ricostruito nero su bianco il dolore struggente per avere perso nella strage la sua prima famiglia, formata da sua moglie e dai due piccoli figli, Marisa e Roberto. Quella di Angelo è una sofferenza sigillata nel silenzio: quella di un marito e di un padre che ha perso tutto, anche se stesso, per mano della barbarie nazifascista che rese Sant'Anna di Stazzema un calvario a cielo aperto. In quel giorno lontano, ma sempre presente, in cui essa si trasformò nella montagna di fuoco.