Il romanzo tratta del movimento contadino per l'occupazione delle terre che percorse la Sicilia dall'immediato dopoguerra fino al 1950, che ebbe come epicentro la strage di Portella della Ginestra il 1° maggio 1947. Si affronta il vago fenomeno della perdita della memoria personale e collettiva. Memoria che, tra le luci sfavillanti dell'informazione virtuale, si va lentamente estinguendo in fuochi fatui. Si riporta la testimonianza diretta di un vecchio anarchico che visse in prima persona la stagione delle lotte contadine nella provincia di Palermo nel periodo 1946-50 al seguito di un singolare "cuntastorie". Sullo sfondo della strage di Portella della Ginestra emergeranno alcune figure di donne storiche, quasi mitiche, alla testa di un movimento di popolo, in cammino verso quella che si rivelerà una struggente utopia. Questo "cunto" si intreccerà con una infervorata discussione tra i due vecchi amici, il comunista togliattiano e l'amarchico, sul ruolo avuto dal Pci dell'epoca.