Nel giugno del 1944 l'Italia è divisa in due. I tedeschi continuano a dettare la loro legge spietata di occupatori, ma gli alleati li costringono a ritirarsi progressivamente verso nord. Nel cuore del paese, poco sopra la linea del fronte, uno sparuto numero di ebrei scampati alla deportazione ha trovato rifugio su un'isola. Gli abitanti del villaggio affacciato sul lago Trasimeno conoscono alcune di quelle persone nascoste lassù al Castello, che a volte si sono spinte giù al borgo. Ma finora la guerra ha risparmiato quel piccolo pezzo di terra circondato dall'acqua, e i tedeschi hanno fatto la spola, di tanto in tanto, solo per prendere del pesce dai pescatori. Una mattina, però, un drappello sbarca e con un pretesto inizia a perquisire casa dopo casa. La tragedia si consuma improvvisa: a causa di un tafferuglio i soldati uccidono due civili e, per reazione, uno di loro viene colpito a morte. I tedeschi se ne vanno ma è certo che torneranno. Agli isolani non resta che compiere la scelta: attendere o scappare. E ancora, consegnare gli ebrei sperando di sottrarsi alla rappresaglia, o fare ciò che è umanamente giusto: aiutarli a salvarsi. Ispirandosi a un fatto realmente accaduto ma sconosciuto fuori dai confini locali, Giovanni Dozzini scrive un romanzo storico dall'andamento epico, una trama corale di umanità ed eroismo.