La mattina del 12 luglio 1615, nella chiesa della Minerva di Roma, tre eretici salgono dopo la condanna dell'Inquisizione sul palco all'interno della chiesa per abiurare e sfuggire al rogo. Una donna e due uomini catturati a Napoli e processati a Roma. Lei è Suor Giulia di Marco, terziaria francescana, poi un prete dell'ordine di San Camillo ed un avvocato. Terminata la cerimonia, saranno condotti nelle prigioni del Sant'Uffizio per scontarvi l'ergastolo. Per anni hanno predicato e praticato a Napoli la Carità Carnale. Un'eresia morale che ha coinvolto due viceregine, infiniti sacerdoti e quasi tutta la nobiltà napoletana, per la quale il caritatevole dono di sé sul piano sessuale è il mezzo più diretto e completo per accedere a Dio. Questo li perderà. Il libro si basa sul manoscritto del teatino napoletano don Valerio Pagano, redatto appena dopo la loro condanna, per magnificare il proprio ordine che, da vera polizia segreta del Sant'Uffizio, aveva smascherato l'eresia.