382 d.C. La guerra gotica è finalmente giunta al termine: dopo anni di spargimenti di sangue, l'Impero romano d'Oriente e i goti sono riusciti a raggiungere un accordo. Nonostante si tratti di una pace fragile, che non ha certo stemperato tutte le tensioni del conflitto, le alte sfere romane festeggiano come se avessero ottenuto una vittoria schiacciante, e i reduci della guerra vengono acclamati come eroi. Tutti, tranne uno. Il tribuno Pavone, creduto morto, è stato costretto all'esilio per salvarsi la vita, dopo aver scoperto un'oscura verità che lo perseguita: l'intera guerra, con i suoi massacri e le sue devastazioni, è stata voluta e architettata nientemeno che dall'imperatore d'Occidente, Graziano. Separato dai suoi fedeli uomini dell'XI Legione Claudia e tormentato dal ricordo delle persone care che la guerra gli ha portato via, il tribuno Pavone decide che, se vuole giustizia per sé e per tutti i cittadini dell'impero che hanno dovuto subire gli orrori del conflitto, dovrà ottenerla con le sue mani. Anche se questo significa mettersi contro l'uomo più potente del mondo.