Giulio Maresio, frate minore del convento di San Pietro di Cividal di Belluno, fin dalla giovane età era tormentato da inquietudini e dubbi religiosi che si acuirono sia durante gli studi ginnasiali di Bologna, sia durante quelli universitari di Padova dove, nonostante tutto, conseguì la laurea in teologia. In quei periodi Giulio si era spinto in letture non gradite all'ortodossia ecclesiastica e il ritrovamento in suo possesso di certi libri, considerati sospetti, gli costò una pesante accusa di eresia da parte dell'Inquisizione. Il primo processo a suo carico gli infliggerà una sorta di esilio espiatorio in un convento francescano di Cracovia. In quel luogo, incontrerà un gruppo di religiosi dissidenti, la cui frequentazione alimenterà ancor di più i suoi dubbi religiosi. La strada verso una nuova, più grave accusa di eresia si apriva davanti a lui. Con tutto quello che ne sarebbe seguito.