Nel Palazzo Giuria a Napoli, in vico del Pero 2, in un appartamento attiguo a quello che ospitò il poeta Giacomo Leopardi nell'ultima parte della sua vita, viene rinvenuto un oggetto misterioso che sembra un antico papiro carbonizzato. Dopo vari studi, il papiro viene riconosciuto appartenere alla collezione dei famosi papiri di Ercolano, anche se non si comprende subito come sia finito nel palazzo in cui morì Leopardi. I proprietari dell'alloggio in cui è avvenuto il rinvenimento sono due persone ipovedenti e saranno i protagonisti di una specie di caccia al tesoro a ritroso nel tempo, fino al momento in cui il papiro fu scritto e affidato a un'ancella, anch'essa cieca, dei nobili romani Pisoni, proprietari della Villa di Ercolano sepolta nel 79 d.C. dall'eruzione del vulcano Vesuvio.