Petar Rajic è un giovane soldato serbo dell'esercito austroungarico, colto, sensibile, disincantato, che dopo lo spartiacque della Prima Guerra Mondiale vive lo straniamento di chi è costretto a sentirsi sempre "fuori posto". Il diario di Rajic è il racconto della sua realtà interiore ed esteriore: di un amore nato sul letto d'ospedale, del legame tra un figlio e una madre, dello stordimento della trincea. Tra i fischi dei proiettili nell'inferno dei campi di battaglia italiani e galiziani, la noia della vita matrimoniale in una città di provincia in Serbia e l'azzurro litorale adriatico, è la storia del tormentato girovagare a cui sono condannati tutti i reduci, nel loro perpetuo e impossibile ritorno verso casa.