Il brigante Tardio e il pedagogista Patri sono le due figure da cui prende spunto questo libro, frutto di ricordi dell'autore e della sua Piaggine, in Cilento, di analisi storiche e di considerazioni sul ruolo dell'istruzione nel tempo. Lo spirito ribelle del Mezzogiorno è stato incarnato nella storia da diversi personaggi, alcuni più noti di altri. Il brigante Giuseppe Tardio però era un soggetto particolare: lontano sia dallo stereotipo del fuorilegge spietato sia da quello dell'eroe romantico, era un convinto patriota in guerra contro il nuovo Stato, per il riscatto della sua gente. È dunque una causa politica - l'agognata rivoluzione meridionale - a spingerlo ad arruolarsi e a combattere le forze militari del nuovo Stato unitario italiano. È, al contrario, una storia di emigrazione, quella di Angelo Patri, anche lui originario del Cilento e alle prese con i problemi atavici di una terra di contadini e pastori che iniziano, a cavallo con l'Unità d'Italia, a emigrare all'estero. Patri va a New York, affronta con orgoglio tutte le difficoltà che gli si presentano, tra cui il pregiudizio diffuso verso gli italiani; poi, una volta cresciuto, diventa uno dei grandi protagonisti della rivoluzione nel mondo della scuola e dell'insegnamento. Divenuto noto negli Stati Uniti come pedagogo, non scorderà mai le sue radici di cui andrà fiero. Due storie vicine nel tempo, due personalità forti - e con destini di vita diversi - che dimostrano come sia possibile credere in un futuro migliore squarciando quel velo di fatalismo atavico che ancora oggi sembra avvolgere intere comunità e paesi del Sud Italia. L'autore, con una lunga esperienza politica e amministrativa alle spalle, nelle pagine finali non manca di cogliere nelle riforme attuali dell'autonomia differenziata e del premierato quelle contraddizioni che renderebbero l'Italia meno unita, tradendo i valori della Costituzione, e aumenterebbero le disuguaglianze tra le regioni del Nord e quelle del Sud.