Non possiamo immaginare l'angoscia o l'ardore patriottico del giovane soldato Giovanni Battista Faraldi, nato a Perallo l'otto gennaio 1890, quando ricevette la chiamata alle armi. Quello che l'autore ricostruisce, da un lato servendosi dei pochi documenti storici e dall'altra ricucendo con verosimiglianza e fantasia, è la vita al fronte prima e la prigionia austriaca nella Fortezza di Kufstein, da cui non farà ritorno poi. Ad un secolo dal Trattato di Sanremo, conseguenza ultima e finale della Grande Guerra, il romanzo si propone di essere un resoconto narrato in prima persona, dal fante ligure.