Sono una capra, una gatta e uno storpio ad assistere alla nascita di una bimba nella notte di un capodanno nel cuore del Seicento. Quello di diventare una strega, per lei, sembra essere un destino fin dal primo fragilissimo vagito. È lo spunto di una avventura letteraria sulfurea e intrigante, cruda e seducente. Quella bimba, Immacolata, che solo per una coincidenza benigna è riuscita a sfuggire alla morte, cresce quieta in un convento della Valtellina, in un mondo tutto suo, trasognato di santi e beate. Lì la travolge la scoperta della sensualità, forza inarginabile e onnipresente, ancorché repressa nella vergogna e nel dolore, e presto soffocata nella fatica di un mondo diverso, quello contadino, privo di sentimenti. Fino all'incontro fatale con Rossana, una donna, una maliarda, una sapiente, proibita e irresistibile, che per lei sarà guida e complice, materna e voluttuosa insieme, in un altro mondo ancora. Glorioso stavolta, fatto di segreti sottili di scienza e di umanità, di comunione primigenia con una natura lussureggiante, di carnalità ardente e di indipendenza irriducibile. Così Immacolata diverrà finalmente Domitilla, fanciulla libera e pagana, assetata di vita - ma demone tremendo di vendetta, quando sarà ferita dalle persecuzioni di coloro che sono schiavi di quelle stesse ossessioni che vivono per respingere.