Deus Vult, il film (da un'idea della Compagnia dell'Artiglio del Drago). Il romanzo è un lavoro di trasposizione dall'omonima pellicola alla carta: un'occasione unica per far risaltare scene e personaggi donando una profondità particolare a quei dettagli che la rapida successione delle immagini rischia di celare. Come il film, anche il romanzo finisce con il rappresentare un inchino alle terre intorno ad Alba e ai personaggi che le percorsero nel nostro lontano Medio Evo. Alcuni Catari fuggiti da Montségur e scampati alla crociata del Vescovo Amaury, trovano rifugio nei pressi di Alba, tra Monticello, Verduno e Roddi. Il Conte Enrico sembra ben disposto ad accoglierli, con la complicità di Frate Gilberto da Novara. Diversa è l'intenzione del Vescovo Ilario e di Geruzio, precedenti proprietari del castello e desiderosi di riprenderselo. Il nuovo signore, Geruzio, governa con il pugno di ferro e non sembra disposto ad accettare che degli eretici si nascondano nelle sue terre. Accerchiati e senza scampo, tocca ai protagonisti tentare il colpo di mano per restituire alla figlia di Enrico la terra e il castello che li hanno nutriti e nascosti dalla persecuzione cattolica. Un romanzo avvincente e pieno di colpi di scena, tra eretici, contadini e signori che hanno abitato le terre intorno ad Alba nel 1250.