Nel romanzo l'autore indaga il complesso rapporto che legò Leonardo da Vinci - l'artista che più e meglio di ogni altro ha personificato il genio del Rinascimento italiano, che a Milano soggiornò per 20 anni, a partire dal 1482 - al suo mecenate milanese, il duca Ludovico il Moro, soffermandosi sui loro mutevoli stati d'animo e mettendosi in ascolto della "voce segreta" delle opere d'arte che, pagina dopo pagina, prendono forma dall'ingegno e dal sentimento del Maestro, intrecciando il tutto in una trama non priva di colpi di scena, nella quale si muovono (anche) personaggi di fantasia mirabilmente tratteggiati, fra cui il fedele buffone Sgarro e Fabricio Saludecio, lo scaltro e intrigante Gran Faccendiere di corte.