Giaveno, 1286: l'assemblea plenaria delle più importanti famiglie nobiliari esprime il verdetto che tutti si aspettano da tempo, il nome del successore alla contea di Savoia. È Amédée, trentenne cinico, valoroso conoscitore delle armi e della politica. A Philippe, orfano di suo fratello e bimbo amatissimo dalla madre, Guya di Borgogna, spetta solo un feudo, e solo al compimento dei quattordici anni: il Piemonte. In un arco temporale di circa settant'anni, la tessitura fitta di guerre, matrimoni e potentati in conflitto (con l'imponenza dei Visconti di Milano, su tutti), è però, come sempre, fatta di esseri umani. Di donne fortissime e impotenti, di uomini emotivi e divisi tra la ragione di Stato e quella del cuore. Il Conte Grande racconta, con lo straordinario sostegno delle fonti storiche, i germogli della monarchia italiana: gli amori, le controversie, le figure epocali restituite da un romanzo raffinato che apre, con questo volume, una saga inattesa quanto appassionante, sorprendente, necessaria.