Le sofferenze delle persone colpite dal morbo sono alleviate dai medicamenti del dottor Clerici, medico del paese e dalle erbe di un'infaticabile Bolina. Di fronte a tanta dedizione e generosità, don Battista riconosce di essersi sbagliato sul conto di quella donna e, quando in seguito alla morte della figlia della feudataria del paese, Bolina sarà accusata di stregoneria, il prete prenderà le sue difese e per questo sarà incolpato di aver protetto una strega. Nel racconto sono innestati fatti storici, come l'attentato alla vita dell'arcivescovo Carlo Borromeo e altri che hanno caratterizzato la cronaca milanese di quegli anni: la condanna al rogo di Isabella da Lampugnano, strega milanese, la faida secolare tra i Castiglioni e i Pusterla, importanti famiglie nobili lombarde e la decapitazione di due briganti milanesi, Giacomo Legorino e Battista Sgorlino. Mescolando fatti realmente accaduti ad altri di pura fantasia, l'autore descrive la vita di un borgo sul finire del '500, facendo rivivere i protagonisti dei documenti d'archivio, con le loro paure, le loro debolezze e i loro sentimenti.