Al termine della caccia, ai cani vengono date in pasto le viscere della preda uccisa. Allo stesso modo, il cuore di Parigi è divorato da speculatori senza scrupoli. Come Aristide Rougon, detto Saccard, che grazie a spregiudicati investimenti immobiliari accumula un'enorme fortuna. O come sua moglie Renée, irrequieta e dissoluta, che fa del figliastro, il vizioso Maxime, il proprio amante... Ma tutto ha un prezzo nella Francia del Secondo Impero, e anche uno scandalo può diventare un affare redditizio. Accusato di oscenità, nel ciclo dei Rougon-Macquart "La preda" (1871) rappresenta la nota «dell'oro e della carne»: uno dei più riusciti romanzi zoliani, illuminato da una protagonista femminile in cui rivive la tragica, sensuale fragilità di Fedra.