Nel secondo volume del ciclo dei Rougon-Macquart, La preda, umili e popolo sono tenuti alla larga, il Secondo Impero è l'alta borghesia, una classe emergente che fa di tutto per affondare sé stessa, trascinando con sé l'intera Parigi, l'intero Paese, nei tracolli finanziari, nella corruzione morale, nella follia e nella riduzione dell'uomo a roba, oggetto, preda. «Nella storia naturale e sociale di una famiglia sotto il Secondo Impero - scrive Zola nella breve premessa - La preda è il momento dell'oro e della carne. L'artista che è in me si rifiutava di adombrare quell'incessante splendore vitale che ha illuminato tutto il regno con una luce inquietante di natura perversa. Un punto della storia che ho intrapreso sarebbe rimasto ignorato. Ho voluto mostrare il prematuro esaurimento di una razza vissuta troppo in fretta e che ha portato all'uomo-femmina delle società decadute; la furiosa speculazione di un'epoca che s'incarnava in un temperamento senza scrupolo, incline all'avventura; il tracollo nervoso di una donna, in un ambiente di lusso e vergogna che ne esalta le brame primigenie. E con queste tre aberrazioni sociali, ho provato a scrivere un'opera d'arte e di scienza che fosse al contempo una delle pagine più originali dei nostri costumi.»