Malgrado tutte le sue provocazioni, gli sberleffi e gli attacchi alla morale costituita, Il ritratto di Dorian Gray ha molto della storia con una morale bene in vista. Il finale, infatti, mostra il peccatore che, pentito delle sue azioni, attacca, a suo rischio e pericolo, la vera natura della sua oscura perfezione. Siamo, insomma, in pieno Romanticismo nero, dalle parti de L'uomo della sabbia (1815) di Hoffmann o di Scarpette rosse (1845) di Andersen, che lo scrittore irlandese aveva ben presenti. L'ossessione per la bellezza conduce all'abisso ma quel sentiero, scosceso ed esaltante, è necessario percorrerlo fino in fondo.