Zadig è il primo eroe romanzesco di Voltaire, la prima cometa nel buio cielo dell'Europa ancien régime. Cometa che si palesa per come conte philosophique o, giusta il sottotitolo di Micromega, «storia filosofica»: insieme divertimento e opera polemica. L'ambientazione è certamente un onirico e non datato Oriente; ma ogni qual volta si dice Babilonia (la città torno torno cui vorticano le vicende di Zadig) s'intende per vero Parigi. Questa la prima lezione che Voltaire raccoglierà dalle Lettere persiane di Montesquieu. Ma ecco tosto la seconda: il viaggio (per avida curiosità o necessità ineluttabile) come strumento di conoscenza e moltiplicazione delle esperienze; come trampolino per osservazioni etnologiche, discussioni filosofiche. Viaggiando - realmente o intorno alla propria camera - il sicuro diventa incerto, le preclusioni decadono, gli orizzonti si slargano, la duttilità del giudizio e della riflessione s'affina, fino a speronare il dogmatismo con una (col senno del poi, ambigua) «religione dello scettico». Con un saggio di Riccardo Campi.