Scritto in forma epistolare nel 1869 e pubblicato due anni dopo, è tratto da un'esperienza autobiografica, vissuta in età giovanile dall'autore. La giovane Maria - costretta dal padre alla vita del convento pur senza vocazione - scrive all'amica Marianna lettere che testimoniano del suo turbamento di giovane novizia che riscopre nuovi orizzonti in contrasto con la vita monacale e soprattutto l'amore che, osteggiato da tutti, crescerà in lei assumendo una tensione parossistica. Considerato a suo tempo una polemica denuncia della condizione femminile, questo romanzo, adattato per il cinema da Zeffirelli, è piuttosto un grande dramma intimo, sentimentale, umano, spinto fino all'eccesso.