Il reverendo Harding, maestro di cappella della cattedrale di Barchester, vive nel rarefatto mondo della musica sacra e delle sonate per violoncello di cui è appassionato cultore. Fino al giorno in cui, accusato da uno zelante riformatore e dalla stampa di essersi illecitamente arricchito con la rendita che percepisce come amministratore di un ospizio per vecchi lavoratori, uno scrupolo morale si insinua nella sua coscienza di uomo mite e integerrimo. Prendendo spunto da alcuni abusi del clero nella gestione dei fondi destinati alla carità pubblica che avevano scosso la chiesa anglicana a metà Ottocento, in Un caso di coscienza (1855) Trollope affronta questioni di portata universale: il corretto impiego delle risorse finanziarie di una comunità; la responsabilità dei singoli, che possono diventare complici, più o meno consapevoli, di un'ingiustizia; il ruolo dell'intellettuale, che ha il potere della parola e la responsabilità del suo uso. E attraverso l'affettuoso ritratto di un antieroe che non è disposto a scendere a patti con la sua coscienza, ci impartisce una lezione di umanità e moderazione contro ogni fanatismo.