«Tolstoj ebbe l'idea di scrivere la storia del cavallo Passolungo» scrive la figlia Tatjana «fin dal 1856, come dice una nota del suo "Diario". Un cavallo di questo nome è realmente esistito. Era nato nel 1803 da una celebre coppia di cavalli nell'allevamento governativo di Chrenovoe, il più famoso di tutta la Russia. [...] Turgenev, nelle sue Memorie dell'anno in cui Tolstoj pensava a un racconto sulla vita d'un cavallo, narra come, trovandosi a passeggiare con lui, Tolstoj si fermasse davanti a una rozza e cominciasse a dire sentimenti e pensieri della bestia. "Non solamente egli s'identificava con essa, ma costrinse anche me a mettermi nell'animo di quell'essere disgraziato" scrive Turgenev. "Non mi tenni dal dirgli: 'Sentite, Lev Nikolaevic, una volta voi dovete essere stato cavallo'"». "Passolungo" viene qui presentato con un altro racconto di Tolstoj, "Memorie di un pazzo", entrambi nella traduzione di Corrado Alvaro.