Romanzo di forte impatto emotivo, definito a più riprese "vile", "pieno di falsità", ma anche esaltato come il "più potente tra i romanzi pubblicati dall'autore", Tess ha, fin dal suo apparire, diviso critica e lettori e allarmato schiere di bigotti e moralisti che inorridivano all'idea di una storia che colpiva al cuore la morale vittoriana. In Tess il vettore del conflitto attraversa ogni pagina del libro, che affronta, senza alcun falso pudore, temi scabrosi e audaci. L'immagine che apre il romanzo è quella di un uomo che incede malfermo lungo una strada; si tratta di John Durbeyfield, il padre di Tess, che apprende delle proprie presunte origini nobiliari dal parroco Tringham, incontrato quasi per caso. La rivelazione alimenta la vanità e l'orgoglio della povera famiglia che costringe la ragazza a recarsi dai ricchi d'Urberville, in un ridicolo e improbabile tentativo di "reclamare la parentela", intraprendendo così il primo viaggio che la condurrà a incontrare Alec, il suo seduttore. Questo fatto accelera gli avvenimenti dell'intreccio e scatena una serie di eventi che alla fine travolgerà la misera Tess.