"Una vita" è il racconto di una iniziazione impossibile. Alfonso Nitti, giovane impiegato di banca traferitosi a Trieste dalla provincia, coltiva velleità letterarie e sogna il riscatto attraverso il successo professionale. L'occasione propizia sembra essergli offerta dalla frequentazione della casa del banchiere Maller, suo datore di lavoro, di cui tenta di sedurre la figlia. Ma la prospettiva del matrimonio sfuma a causa di errori e irresolutezze e anche la routine dell'ufficio non riserva che frustrazioni. La rinuncia alla lotta sarà la scelta tragica ed estrema di questo immaturo narciso che non riesce a diventare adulto. Tormentato e umbratile, vulnerabile e "inetto" (come recitava il titolo originario rifiutato dall'editore Treves), il protagonista è uno dei tanti sveviani "impiegati della vita" che consuma i suoi giorni tra il desiderio di affermazione e la coscienza della propria inadeguatezza, a suo modo eroico nella sofferta ambivalenza con cui si dibatte tra un senso di inferiorità autodistruttivo e un'aggressività vendicativa nei confronti del mondo e del prossimo.