Un malato giace in un letto d'ospedale, vittima di un brutto incidente, e nel delirio della febbre e della morfina rievoca le tappe principali della propria esistenza. Sogni e ricordi si susseguono in un'analisi lucida del passato che soltanto adesso sembra cominciare ad acquistare un senso: l'agognata solitudine parimenti temuta e amata, le difficili relazioni umane in un mondo dominato dall'ipocrisia, il rancore e il rimpianto verso un matrimonio infelice eppur rassicurante. Fatti, personaggi, quadri di vita si delineano secondo un bizzarro schema numerico, mentre incombe su tutto "l'occhio verde", ovvero l'incubo della lampada di un dirimpettaio, offeso a suo tempo dal protagonista e trasformatosi in enigmatico nemico... Nella rinnovata traduzione di Franco Perrelli, Carbonio propone un'altra opera immortale del grande August Strindberg, il secondo libro di una trilogia iniziata con "Solo". Un romanzo breve e folgorante che si conferma uno degli esperimenti narrativi più audaci della letteratura europea del '900.