Nelle pagine di questo imponente romanzo-fiume apparso nel 1936, Israel J. Singer seppe dare con incredibile capacità epica la rappresentazione di un mondo e di una civiltà che di lì a poco sarebbe stata ferocemente annientata. E con il passo del grande narratore ci attira in un romanzo appassionante in cui, dipanandosi in un groviglio di esistenze - prime fra tutte quelle del Reb Abraham Hirsh Ashkenazi, commerciante di stoffe e capo della comunità ebraica di Lodz e dei suoi figli Jakob Bunin, generoso e pieno di gioia di vivere, e Simcha Meyer, introverso e abile negli affari -, rivive il mondo formicolante di vita di quella parte dell'Europa che fu la culla del patrimonio umano, linguistico e culturale degli ebrei orientali. Che cosa sia stato quel mondo lo si respira qui in ogni pagina. Introduzione di Claudio Magris.