Un approccio spirituale, toccante e salvifico all'idea della morte passando per il suo opposto, la rinuncia a tutto ciò che è umano e caduco: questa è la scelta che hanno dovuto compiere le fate protagoniste del racconto di George Sand, esseri un tempo donne che hanno abbandonato i propri istinti primari - fame, freddo e fatica - per vivere di saggezza e rispetto della natura come creature immortali. Ma ciò implica anche la rinuncia alla maternità, componente femminile considerata imprescindibile nelle antiche società matriarcali. E allora la morte appare sotto una nuova luce: una benedizione, una speranza, il passaggio verso una rigenerazione sacra che non è fine, ma nuovo inizio.