L'unico romanzo autobiografico di Emilio Salgari. In questo testo autobiografico, Salgari rievoca i giorni lontani e spensierati della giovinezza, quando insieme a un gruppo di artisti e letterati bohemien andò in campagna a fondare piccola comunità artistica, la «Topaia». Come i protagonisti della vita goliardica parigina resi celebri da Puccini, anche i giovani scapestrati di Salgari vivono la loro bohème spensierata, giocando a carte e fumando, organizzando scherzi grotteschi e originali, tra rumorosi festini, fiumi di barbera e grappini, apparizioni di spettri per evitare di pagare l'affitto... E tuttavia, come nella Bohème pucciniana il Grande Freddo finisce per stringere Rodolfo e Mimì in un abbraccio mortale, così il testo di Salgari, scritto a Torino nel 1909, è pervaso dalla malinconia per un periodo della vita ormai perduto per sempre. Un Salgari diverso lontano dai pirati e dai mari d'Oriente; uno scrittore brillante e ironico, nostalgico e umoristico, tenero ed energico.