"L'arte di Puskin - scrive Serena Vitale nell'introduzione - sta alle soglie dell'epoca dei Gogol', Turgenev, Tolstoj, Dostoevskij, come un inizio sacrale, un prologo superbo e misterioso. (...) E la vitalità di un essere che "scrive come respira"; è la felicità-facilità di una scrittura che sembra fluire con spontanea immediatezza; è l'allegria della vittoria sulle forze del caos, la stessa luce di letizia che si irradia dalla musica di Mozart, secondo un diffuso paragone critico che non ha perso la sua verità."