Giunto a Roma in cerca di impiego, per una serie di coincidenze Serafino Gubbio trova lavoro come operatore per la casa cinematografica Kosmograph. Il suo nuovo ruolo disumanizzato di "mano che gira la manovella" gli permetterà di guardare il mondo da osservatore esterno e di cogliere le meschinità, le contraddizioni e la pochezza dei sentimenti e delle ambizioni che muovono attori, impresari e collaboratori che gravitano intorno al mondo del cinema, come la [emme fatale Varia Nestoroff, il frivolo Aldo Nuti o il tragicomico dottor Cavalena. Eccelso uomo di teatro, Pirandello ebbe un rapporto di attrazione e odio con la cinematografia, arte simbolo della civiltà delle macchine, cui non risparmiò critiche feroci ma di cui seppe anche anticipare e teorizzare sviluppi futuri, per cui gli saranno debitori registi come Fellini, Antonioni, Bergman e tanti altri. Un rapporto complesso e ambivalente, indagato acutamente nel saggio introduttivo di Stefano Milioto.