Le "Novelle per un anno" rappresentano il tentativo, intrapreso da Pirandello nel 1922, di dare una sistemazione definitiva al vasto patrimonio dei propri racconti riunendoli in una sorta di grande ciclo temporale. Il patetico, il tragico, il comico quotidiano sono la materia prima di questi testi, che offrono una ricca galleria di casi e tipi umani. Le raccolte "Donna Mimma" e "Il vecchio Dio" sono accomunate dal trattamento umoristico delle storie narrate, che permette di stemperare temi dolorosi e angosciosi come la solitudine e la morte. "La giara", la più famosa delle novelle pirandelliane, è una summa antropologica del carattere siciliano. L'oggetto che come un totem campeggia al centro del racconto, e gli dà il titolo, è l'icona della roba a cui il siciliano dedica un culto idolatrico e a cui affida ogni speranza di salvezza. Pervasa da un pessimismo disincantato, "La giara" è una metafora della trappola dell'esistenza da cui forse si può evadere solo attraverso una risata beffarda.