Pirandello inizia a scrivere novelle alla fine dell'Ottocento, muovendo dai retaggi di un verismo di cui veniva disintegrando gli stessi presupposti teorici, e continua fino agli ultimi giorni di vita: questo genere letterario, ben radicato nella tradizione italiana, rappresentava per lui un momento ineliminabile di confronto con i suoi ricorrenti fantasmi, calati nelle vesti di personaggi. Questo volume raccoglie trentaquattro novelle tra le più celebri e conosciute, nelle quali lo scarto, l'anomalia, l'emarginazione diventano la molla che permette il sovvertimento di quel "pantano della vita ordinaria" in cui annaspa l'anti-eroe pirandelliano, in cui l'uomo del XXI secolo non può non riconoscersi.