«Ricevo dalle ore 9 alle ore 12, nel mio studio, i signori personaggi delle mie future novelle. Certi tipi! Non so perché tutti i malcontenti della vita, tutti i traditi dalla sorte, i gabbati, i disillusi, i mezzi matti debbano venire proprio da me.» Pirandello si compiace di presentare la sua opera come il frutto di pazienti colloqui con le sue creature, in cui l'autore assume a sua volta un ruolo di personaggio, ora discretamente defilato ora dolorosamente presente. E proprio "Colloquii coi personaggi" è il titolo con cui si ripropone qui l'Appendice alle "Novelle per un anno" pubblicata nel 1938, che raccoglie i racconti esclusi per volontà dello scrittore dal monumentale ciclo narrativo. Una sorta di pudore sembra essere all'origine di questa autocensura: molte delle novelle scartate prendono spunto da elementi autobiografici troppo scoperti, a cominciare da quella del titolo, dove Pirandello appare nella duplice veste di padre e di figlio; altre mostrano un eccesso di «indole psicologica» che contrasta con l'obiettivo di cogliere aspetti universali della condizione umana. Quali che siano le ragioni del ripudio, i racconti rimossi arricchiscono il campionario pirandelliano, testimoni di storie e di vite sopravvissute all'abiura del loro stesso creatore. Introduzione di Nino Borsellino.