La guerra di Liberazione si è conclusa da poco quando un uomo ritorna al piccolo paese in mezzo alle colline piemontesi in cui è cresciuto. Si tratta di Anguilla, un orfano che lavorava nei poderi, che appena adulto è partito alla scoperta del mondo, lontano, ed è riuscito a fare una buona fortuna sotto le stelle diverse della California. Insieme a Nuto, il suo più caro amico della giovinezza, il protagonista ripercorre il teatro della sua infanzia e adolescenza, in un viaggio dalla forte valenza introspettiva, alla riscoperta di quello che un tempo era stato tutto il suo universo. Ricordi, tracce, luoghi, persone che restano o che non sono più, tornano a essere visitati attraverso la coscienza di uomo maturo e libero, forgiato dalle esperienze, eppure profondamente inquieto. Nella narrazione di Anguilla la memoria e la realtà si saldano, mentre storia e tradizione sfumano in una natura dai ritmi incessanti e sempre uguali a se stessi. Un senso di ambiguità tragica, un contrasto impossibile da sanare prende corpo pagina dopo pagina. Capolavoro aspro, potente, capace di legare insieme la solennità simbolica del mito e un realismo limpido e nervoso, La luna e i falò raffigura istanze che convivono avviluppate le une nel cuore delle altre. Come il paese e il mondo, così indigenza e stabilità, superstizione e crudo reale, immobilità ed evoluzione, radici e futuro. E sullo sfondo, i cicli antichi e profondissimi di morte e di rinascita, al cospetto dei quali gli uomini appaiono minuscoli.