Le "Novelle toscane" ci riportano all'atmosfera della vecchia Toscana. Paolieri fa rivivere nelle parole la lezione europea dei "macchiaioli". Non c'è solo la campagna toscana uguale a se stessa, il bozzetto ambientato magari in una Maremma che è ancora di paludi e zanzare. Ci sono le sue pennellate, incrostazioni di colore che suggeriscono il piacere di raccontare. Ci sono scene vive, percorse da una particolare animazione, a volte pervase da una sorprendente sensualità. E dentro quelle scene pare che lui ci sia dentro, per questo è capace di portarci anche il lettore. Forse per questa ragione qualcuno lo ha definito cantore degli ultimi: fossero butteri o contrabbandieri, contadini analfabeti, guardiani di faro o ergastolani in fuga dalle carceri dell'Arcipelago. Certamente cantore di un mondo che non c'è più, che già ai suoi tempi stava sparendo.