Nel 1896 William Sydney Porter, meglio conosciuto con lo pseudonimo di O. Henry, fugge dagli Stati Uniti. Su di lui pende un'incriminazione per appropriazione indebita ai danni della banca per cui lavora. Porter approda così in Honduras, meta esotica sconosciuta ai più, dove per circa un anno entra in contatto con una umanità variopinta fatta di lestofanti, avventurieri stranieri e perdigiorno di ogni sorta; personaggi che invaderanno le pagine dei suoi racconti e le viuzze di Coralio, città immaginaria del fantomatico Stato di Anchuria. Ritratto abbastanza fedele dello stesso Honduras, Anchuria è il prototipo di quella che Porter definirà per la prima volta con il nome di "repubblica delle banane", espressione destinata a notevole fortuna tanto da migrare nel linguaggio comune. Oggi, infatti, parliamo di "repubbliche delle banane" per indicare quei paesi instabili politicamente e largamente dipendenti dall'esportazione di un solo prodotto, ma anche per mettere in evidenza un certo modo di operare basato su malaffare e corruzione ai più alti livelli politici ed economici. Tutto, o quasi, come nella Anchuria di un secolo fa.