Il Giappone del XIII secolo rivive nelle pagine di questo diario, scritto da una donna affascinante e raffinata, la nobile Nijô. Nata a Kyôto nel 1258 da una delle più illustri famiglie dell'epoca, Nijô fu educata alla Corte imperiale e a tredici anni divenne concubina dell'ex imperatore Go Fukakusa: la bellezza, l'animo sensibile, l'ingegno artistico, la cultura classica e soprattutto il fascino che esercitava, avrebbero potuto permetterle di divenire imperatrice; invece, per le sue intemperanze amorose e per l'odio di una rivale fu allontanata da Corte a venticinque anni e da allora, fattasi monaca, si dedicò ai viaggi e alla stesura di questo diario, il più vivido e palpitante affresco dell'antico Giappone. L'unione contraddittoria ma intensissima con Go Fukakusa, il dolore per la morte del padre, la relazione segreta con l'inquietante cugino, la sacrilega e tormentata passione del principe-monaco, la nascita dei figli, l'esilio dalla Corte, la nuova vita di monaca e di pellegrina, i viaggi in luoghi incantevoli e selvaggi, tra monti e boschi sacri, gli incontri con guerrieri, sacerdoti, prostitute, mercanti di schiavi, sono descritti con leggiadria, con passione, con dolore, con impavida schiettezza. Tra legni odorosi e cortine di seta di palazzi e ville, in giardini illuminati dalla luna, dove svanisce la melodia di un flauto o di un'arpa, tra nuvole d'incenso e fuochi accesi sugli altari dei templi, in un'atmosfera pregna di magia, di apparizioni e di sogni premonitori, dove gli amanti si sentono uniti da un legame al di là del tempo e giurano di amarsi anche nella successiva reincarnazione, emerge una figura di donna che sa donarsi totalmente all'amore, alla sofferenza, all'ascesi, all'avventura, e da tutto sa trarre profondità spirituale e saggezza.