Scritto di getto tra il dicembre del 1857 e l'agosto del 1858, ma pubblicato postumo nel 1867, le "Confessioni di un italiano" narra attraverso l'educazione della sensibilità e della coscienza del protagonista Carlo Altoviti il travagliato processo dell'unificazione dell'Italia, dal tramonto della repubblica di Venezia al 1856. Entro la cornice del romanzo patriottico, con il suo inevitabile apparato scenografico, rivivono l'infanzia e la giovinezza di Carlino e la sua storia d'amore con la cugina, la Pisana - personaggio femminile modernissimo per complessità e spregiudicatezza - in una trasposizione idilliaca, quasi fiabesca, venata di nostalgia ma illuminata dalla consapevolezza della maturità e da uno slancio morale che si ispira agli ideali foscoliani e mazziniani. Nonostante diseguaglianze e squilibri, il racconto risulta pervaso da una vitalità e una freschezza così straordinarie da far nascere nel lettore la certezza dell'imminente risorgere di un popolo. Autobiografia sentimentale e romanzo di formazione, ma al tempo stesso storia di una nazione e del suo riscatto politico, il capolavoro di Nievo si conferma uno dei romanzi più suggestivi dell'Ottocento italiano. Introduzione e note di Paolo Ruffilli.