I protagonisti delle novelle che compongono la raccolta "Voci nella notte" (1893) si muovono su fondali notturni, quando il mondo tace e, alla fioca luce di una lampada, il narratore dà voce alle loro sofferenze interiori: dal meschino attaccamento alla "roba" ai tormenti nascosti di corpi e di anime femminili afflitti da sofferenze amorose, dai patimenti della malattia, dagli sconcerti della vecchiaia. L'adultera di "Notte bianca", la prostituta di "Falena" e la vecchia zitella protagonista di "Zia Severina" offrono al lettore altrettante immagini di donne dolorosamente impegnate a confrontarsi con gli imperativi della coscienza, con le ferite non rimarginabili della miseria, con l'impietoso trascorrere del tempo. "Voci della notte" rivela l'attitudine sperimentale della scrittura di Neera, qui attenta a intrecciare, ai paradigmi del "vero", suggestioni simboliste e decadenti; una scelta evidentemente funzionale alla sua idea di arte come spazio di significativa convivenza dell'"ideale nel reale".