Del viaggio da Vienna a Praga compiuto da Mozart nell'autunno del 1787 per la prima rappresentazione del Don Giovanni, il racconto di Mörike cattura una giornata particolare. Durante una sosta nella campagna boema, il grande compositore viene sorpreso a cogliere un'arancia nel giardino di un castello in un momento di fanciullesco cedimento alla golosità e ai ricordi. Ricevuto fra mille onori, Mozart si abbandona ai piaceri della convivialità e ricambia gli ospiti con l'omaggio della sua musica. Ma l'esecuzione del finale del Don Giovanni rompe l'idillio e risuona come l'oscuro presentimento di una genialità destinata a consumarsi per troppo ardore. Con una grazia tutta settecentesca che mescola biografia e finzione, «la novella di Mörike», scrive Claudio Magris nell'introduzione, «raggiunge un perfetto equilibrio tra l'eleganza e l'angoscia, tra l'amore per la festa della vita e il rabbrividente presagio della morte».