Nel 1912, un'opera letteraria intraprese un volo nel futuro, prevedendo le tempeste politiche e sociali che avrebbero scosso l'Europa prebellica. Questo romanzo futurista in versi liberi, sebbene oggi possa apparire meno noto rispetto ad altre opere dell'autore, si distingue come un profetico capolavoro che ha infranto i confini della letteratura tradizionale. Dedicato a Trieste, nostra bella polveriera, il romanzo è una dichiarazione della necessità di "svaticanare l'Italia" e di dichiarare guerra all'Austria. Un'idea ardita nel 1912, in un'epoca dominata dalla Triplice Alleanza, che avrebbe però trovato una tragica attualità solo due anni dopo, con l'inizio della Prima Guerra Mondiale.