"Da noi non può succedere" ("It Can't Happen Here") è forse l'unico altro romanzo di Sinclair Lewis che ha la profondità dei suoi capolavori Main Street e Babbitt. È una grande narrazione sulla fragilità della democrazia e, allo stesso tempo, una previsione allarmante, sinistra, di come il fascismo, mascherato da populismo, possa prendere piede anche negli Stati Uniti. Scritto a metà degli anni Trenta, durante la "Grande Depressione", quando il Paese poco si curava dell'aggressività di Hitler ed era addirittura presente un movimento filonazista, Da noi non può succedere unisce una visione satirica della politica allo spaventoso e possibile avvento di un presidente che si fa dittatore per "salvare" la nazione dai "nemici", poco importa che si tratti di criminalità o di stampa libera. Un romanzo preveggente e scioccante, che mostra la forza della migliore narrativa americana e che oggi pare essere forse ancora più attuale di allora, non solo per gli Stati Uniti, ma per l'intero Occidente, dove il populismo sta pericolosamente avanzando, mettendo a repentaglio i valori costitutivi delle nostre democrazie, primo fra tutti la separazione tra i poteri dello Stato. Completa questa edizione uno scritto di Federico Rampini in cui si delinea la figura di Donald Trump, nei cui tratti e nella cui politica si possono ravvisare non pochi elementi che ricordano pericolosamente il presidente dittatore descritto in questo romanzo. Prefazione di Federico Rampini.