Il professor Burden si considera un ottimo cittadino; da anni collabora con il potere, osservando i suoi colleghi e denunciando senza esitazione chiunque sembri non essere d'accordo con l'assioma su cui si fonda il benevolo Stato totalitario in cui vive: uno vale uno. Burden addirittura pensa di meritarsi un premio... Questa ingenua, anzi eretica, illusione si rivelerà fatale e gli farà scoprire che il diffuso benessere e l'abolizione di povertà, crimine e guerra hanno un prezzo: l'obbedienza assoluta, la totale conformità dell'individuo ai principi di radicale egualitarismo dominanti. E chi non si adegua viene sottoposto a rieducazione o, nella peggiore delle ipotesi, eliminato. Romanzo coinvolgente e di grande potenza,"Uno" (1953) è ispirato tanto dai sinistri sviluppi del totalitarismo nell'Europa comunista quanto dalle inquietudini dell'America nell'era del maccartismo, ed è accostabile ai grandi romanzi distopici del Novecento, dal "Mondo nuovo" di Aldous Huxley a "1984" di George Orwell, senza dimenticare un'opera come "Buio a mezzogiorno" di Arthur Koestler. Ma è anche un sottile thriller psicologico che dà voce alla disperazione del torturato e alle motivazioni dei torturatori, un'immersione nella spietata logica del potere.