Il romanzo "Le terre del Sacramento" presenta l'atmosfera addormentata di una cittadina di provincia, Calena, con i suoi galantuomini pigri e indolenti, decine di avvocati, giovani poveri, ma non incolti. Le terre del Sacramento sono un esteso latifondo dell'antica Confraternita del Sacramento, diventato proprietà dei Cannavale a seguito dell'incameramento dei beni ecclesiastici nel 1867. Enrico Cannavale non si cura delle terre, che restano incolte e abbandonate, fino a quando sposa la sua cugina Laura, la quale si mette al lavoro con decisione per riorganizzare il latifondo. In tale impresa chiede l'aiuto di un giovane studente figlio di contadini, Luca Marano, per convincere i cafoni a lavorare per risanare e mettere a coltura le terre, con la promessa di enfiteusi perpetua. Ma sulle terre mette i suoi occhi rapaci il barone Santasilia che ingiunge gli sfratti ai contadini, i quali, guidati da Luca Marano, occupano le terre. Siamo nel 1922, all'indomani della "marcia su Roma". Squadristi in camicia nera assalgono i contadini e li prendono a fucilate. Negli scontri viene colpito a morte anche Luca Marano e bagna col suo sangue le terre del Sacramento. Il romanzo si chiude con il lamento funebre che le donne sciolgono sul corpo di Luca Marano.