«Cuore di tenebra» fonde le dimensioni concrete di testimonianza autobiografica, di denuncia sociale e politica con quelle simboliche di parabola e cupa meditazione metafisica. Attraverso la voce di Marlow, Conrad ci conduce nel cuore dell'Africa nera: l'incontro con la terribile realtà dello sfruttamento del Congo belga di Leopoldo II si dilata fino a trasformarsi in un inquietante confronto con il diverso e il primitivo, in una riflessione generale sul colonialismo destinata a scuotere le certezze di un ottimismo evoluzionistico ed eurocentrico. La presunta "missione civilizzatrice", lungi dal portare la luce nelle tenebre, rivela piuttosto la tenebra chiusa nel proprio cuore.