Ambientato in una Roma immaginaria e monumentale, brulicante di vita e ubriaca di festa, «La principessa Brambilla» (1820) racconta l'amore tra l'attore Giglio e la sarta Giacinta. In una girandola di equivoci e travestimenti gli umili protagonisti si trasformano in sfarzosi principi e si lanciano in furiosi duelli, pazze danze e teneri corteggiamenti fino a un brioso lieto fine. Ispirandosi al grande incisore francese Jacques Callot e giocando con le maschere della Commedia dell'arte, E.T.A. Hoffmann riflette sulle dualità dell'animo umano, discetta sull'«influsso di un piatto di maccheroni sull'amore» ed evoca con rara maestria il folle spirito del Carnevale. Un vertice della fantasia romantica presentato in un'edizione illustrata e annotata, arricchita da uno scritto di Charles Baudelaire.