Johan Nagel è uno strano giovane, personaggio istintivo e poco convenzionale decisamente fuori dall'ordinario, che arriva in una piccola città costiera norvegese per trascorrere l'estate. Impossibile per la gente locale farsi un'idea precisa di quest'uomo che sembra non parlare mai completamente sul serio, tantomeno di se stesso, mescolando in continuazione racconti fantastici e affermazioni contraddittorie, in cui il falso e il vero sembrano danzare e mescolarsi in maniera inscindibile. Nagel sembra infatti vivere in un mondo a parte, dove infuria la battaglia costante tra il proprio istinto sfrenato e un mondo esterno basato sul rispetto di convenzioni rigide che egli non è disposto, o non è in grado di accettare. Durante il soggiorno estivo la sua presenza e il suo sguardo spesso brutale verso la natura umana, agiranno come un catalizzatore, liberando gli impulsi nascosti, i pensieri reconditi, i desideri repressi e gli istinti più oscuri degli abitanti del villaggio. Arrogante, depravato e incapace di comprendere l'animo umano, in particolare il suo, Nagel può prevedere, ma non può impedire, la sua auto-distruzione, che lo trascina in una spirale di incoerenza e delirio il cui atto finale non può che essere l'uscita da questo mondo, inadatto a contenere il suo tormento.