"Le affinità elettive" è, insieme al Werther, il romanzo più celebre di Goethe; concepito in origine come novella da inserire nella complessa architettura degli "Anni di pellegrinaggio di Wilhelm Meister", presto crebbe fino ad acquisire forma autonoma. Geniale rappresentazione della disgregazione della società aristocratica settecentesca e del tramonto di un mondo, "Le affinità elettive" cela in sé, sotto apparenze semplicissime, una malinconica riflessione sulla potenza dell'eros e sull'irreversibile scorrere del tempo, ma anche sul contrasto tra natura e istituzioni dell'uomo e sul conflitto distruttivo che da esso scaturisce. Nel destino dei quattro protagonisti del romanzo emerge la consapevolezza goethiana del profilarsi di un mondo in cui l'ordine superiore della norma morale lascia il posto alla semplice regolarità della legge di natura e al suo tragico dominio.